Le fasi della battaglia d'Europa

La battaglia d'Europa


Le fasi del combattimento


Fase 1 luglio-dicembre 1943:
Bombardamenti diurni e caccia a corto raggio

Le operazioni di guerra aerea condotte per la conquista dell'Europa iniziarono nel luglio 1943 con massicci bombardamenti diurni contro le installazioni militari ed industriali: l'obiettivo era quello di distruggere la capacità bellica tedesca. Grosso ostacolo a questo proposito fu l'impiego, nella scorta ravvicinata ai bombardieri, di caccia a corto raggio, costringendo i piloti a non poter sfruttare i vantaggi che offrivano i loro aerei da caccia e a dover lasciare senza scorta i bombardieri quando erano in prossimità dell'obiettivo. Per rimediare, i bombardieri pesanti volavano in strette formazioni al fine di poter sfruttare il fuoco incrociato delle loro armi difensive contro gli attacchi dei caccia nemici (sebbene l'impiego di veloci caccia di scorta sarebbe stato certamente più efficace).
Durante l'ultima settimana di luglio (la famosa "settimana del Blitz"), l'Ottava Air Force statunitense condusse sei raid aerei con 1000 uscite di bombardamento, fortemente scortate, contro 15 bersagli industriali, provocando la furiosa reazione tedesca: lo scontro si concluse con elevate perdite da entrambe le parti (anche se la Germania in particolare non poteva sopportarne altre).
I raid contro le industrie legate all'aviazione (compresa la fabbrica Messerschmitt) continuarono in agosto ed in ottobre a costo anche di pesanti perdite di bombardieri alleati. Con l'operazione Discussione, a novembre, si volle distruggere l'intero arsenale di caccia tedesco comprendendo fra gli obiettivi, oltre alle fabbriche, anche gli aerei parcheggiati nelle basi. I tedeschi si adeguarono a questi raid sempre più opprimenti ritirando i loro caccia in basi più piccole, anche all'interno della Germania, rinvigorendo le difese contro i bombardieri nemici. I guai ricominciarono per le forze aeree anglo-americane, che diedero una pesante prova di resistenza di fronte agli attacchi nemici.


Fase 2 gennaio-giugno 1944:
Liberi di vagare, pronti all'invasione!

Con la fine del 1943, i piloti da caccia americani poterono sfruttare la loro abilità e le caratteristiche dei loro aerei durante la scorta ai gruppi di bombardieri grazie ai nuovi ordini provenienti dal Comando: prima venne consentito il pattugliamento delle zone lungo la rotta dei bombardieri, poi, grazie alla volontà del generale James Doolittle, nel gennaio 1944 i caccia vennero definitivamente liberati dai compiti di scorta ravvicinata con l'ordine di distruggere in qualsiasi modo i caccia tedeschi per conquistare la superiorità aerea. La nuova offensiva durò dal 20 al 25 febbraio ("la Grande settimana", come venne ufficiosamente chiamata) ed ebbe come obiettivo la distruzione di fabbriche di aerei da caccia e di cuscinetti a sfera nella Germania; dovevano essere distrutti anche i caccia a terra ed abbattuti quelli che difendevano le fabbriche. La Luftwaffe rispose attaccando, da quel momento in poi, solo i caccia di scorta ai bombardieri, ignorando quest'ultimi. Con l'avvicinarsi della primavera, la strategia americana consentì ai caccia di scorta di imperversare anche a 90 chilometri di distanza dalla rotta dei bombardieri, per poter distruggere a terra ed abbattere in cielo il maggior numero di caccia nemici. Per adescare la Luftwaffe in una caccia che fosse a lei fatale, dal 6 marzo 1944 iniziarono delle serie di raid su Berlino che costarono un pesante tributo di mezzi e di sangue ad entrambe le parti, con la differenza che la USAAF poteva sopportare questo numero di perdite, mentre la Germania non era in grado di farlo.
Nel frattempo, le forze Alleate preparavano l'invasione dell'Europa, l'apertura del secondo fronte nel continente, che sul versante aereo comportava il massiccio bombardamento delle installazioni difensive costiere della Francia, sia sulla vera zona obiettivo dello sbarco (la Normandia) sia sul finto obiettivo (Calais, dove i tedeschi pensavano sarebbe avvenuto lo sbarco). Subito prima dello sbarco e durante tutte le operazioni, la supremazia aerea era in mano ai velivoli della RAF e della USAAF che attaccarono colonne corazzate, aerei e linee di rifornimento nemiche. Il 6 giugno 1944, famoso anche come D-Day, 150000 militari delle forze d'invasione invasero le spiagge della Normandia sotto l'incessante fuoco nemico ma anche sotto un cielo privo di insidie aeree. Grazie a velivoli di attacco al suolo quali i Thunderbolt P-47, i Mustang P-51 e i P-38 Lightning, la Luftwaffe venne tenuta lontano dalle zone di operazione per mezzo di pattugliamenti e di attacchi ai campi di volo ed alle postazioni tedesche (compiuti prima che i velivoli in pattugliamento tornassero alla base). Dopo alcune settimane, però, l'aviazione tedesca potenziò la propria presenza in Normandia facendo decollare i propri aerei da piccoli aeroporti improvvisati. Ma l'invasione della "Fortezza Europa" (una fortezza cui "mancava il tetto", come disse Roosevelt) era ormai compiuta.


Fase 3 luglio 1944-maggio 1945:
Il Reich alle strette

Dopo lo sbarco in Normandia, la strategia aerea si modificò intensificando la cooperazione tattica con le truppe a terra; in particolare, i piloti della Nona Air Force volarono in missioni di supporto ravvicinato contro bersagli terrestri e basi della Luftwaffe in stretto coordinamento con la Terza Divisione dell'Esercito guidata dal generale George S. Patton.
Con l'avanzare degli Alleati, i tedeschi dovettero ritirarsi cedendo perfino territori della stessa madre patria. La situazione, quindi, obbligava ad intraprendere azioni decisive quali massicci attacchi aerei (con flussi di bombardieri lunghi anche 150 Km) che offrivano un'ampia gamma di bersagli, anche grazie alla caccia libera dei velivoli di scorta. La Luftwaffe non stette a guardare e lanciò pesanti attacchi aerei contro i gruppi di bombardieri nemici; vennero utilizzati anche velivoli potenziati nell'armamento (come l'Fw 190 Sturmbock) che si specializzarono nell'abbattere i grossi bombardieri degli Alleati, mentre i loro velivoli di scorta si occupavano dei caccia nemici.
Con il raggiungimento di Saint-Lo da parte dell'esercito americano, il contingente d'invasione ricevette un aiuto dal sud della sua testa di ponte potendo in questo modo sferrare l'attacco verso il resto della Francia e verso la Germania. Il coordinamento fra esercito ed aviazione diventò ancora più efficace l'1 agosto 1944 quando divenne operativo il 19° Comando aereo tattico della Nona Air Force con il compito di fornire supporto aereo alla Terza Divisione del generale Patton. Gli attacchi tattici al suolo erano svolti principalmente da aerei P-47 Thunderbolt, bene armati e che, grazie al loro motore resistente, potevano sopportare notevoli danni da parte della contraerea nemica. Gli obiettivi dei vari attacchi erano in pratica tutto quello che avesse potuto impedire l'avanzata degli Alleati (mezzi corazzati, assembramenti di truppe, treni...). L'aviazione tedesca dovette allora aumentare gli attacchi alle truppe di terra nemiche ed ai cacciabombardieri in missione.
L'avanzata degli Alleati era inarrestabile: il 24 agosto Parigi venne liberata, a Natale del 1944 l'intera Francia ed il Belgio erano liberi dai tedeschi che, nonostante la penuria di carburante, di ricambi e di abili piloti, non diminuirono la loro attività aerea, sebbene la fine della Germania fosse ormai inevitabile. A questo punto, i comandanti della Luftwaffe decisero di compiere un vero e proprio azzardo. L'1 gennaio 1945 venne sferrato un audace attacco contro i campi di volo alleati in Francia, Belgio, Olanda: era l'operazione Bodenplatte, l'ultima azione aggressiva della Luftwaffe. Vi presero parte 33 gruppi di caccia tedeschi che riuscirono a distruggere 500 aerei inglesi ed americani, 80 dei quali abbattuti in combattimento. In questa operazione, però, i tedeschi persero 250 piloti, 19 dei quali erano esperti ormai insostituibili: un prezzo troppo alto, che la Germania non poteva permettersi.
Senza un'efficace difesa aerea da parte della Luftwaffe, i raid contro il territorio interno della Germania divennero impossibili da fermare: solo le batterie contraeree (ormai concentrate in tutti i potenziali obiettivi) opposero un dura resistenza che non diede vita facile ai piloti degli aerei americani ed inglesi.
Con l'avanzata da est dell'Armata Rossa e da ovest delle forze anglo-americane, la Germania si trovò stretta tra due fuochi che praticamente distrussero le sue forze armate e l'animo del popolo tedesco. Il suicidio di Hitler nella cancelleria del Reichstag il 30 aprile 1945 fu l'ultimo atto di una sanguinosa guerra che la Germania, senza l'apporto della Luftwaffe, non avrebbe potuto prolungare fino a tal punto, e che agli Alleati, se avessero comunque vinto senza le loro aviazioni, sarebbe costata un prezzo molto più alto.